La salsa della domenica (con passata e pelati interi)
Se c’è un profumo che ha il potere di riportarci all’infanzia, è quello della salsa della domenica. In ogni casa del Sud, da Napoli a Bari, da Palermo a Lecce, la domenica mattina inizia così: una pentola grande sul fuoco, un sugo che borbotta piano, e una cucina piena di aromi. La ricetta può variare da famiglia a famiglia, ma una cosa è certa: senza pelati di qualità, il risultato non sarà mai lo stesso.
I pelati Paolo Petrilli, pelati a mano e coltivati da varietà autoctone biologiche, sono ideali per questa preparazione. Hanno una polpa soda, un gusto naturalmente dolce e una ricchezza di sapore che non ha bisogno di aggiustamenti. Per una salsa perfetta, si utilizzano sia i pelati interi che un po’ di passata, per dare corpo e cremosità al sugo.
La ricetta tradizionale prevede di soffriggere uno spicchio d’aglio (o cipolla, secondo tradizione familiare) in olio extravergine d’oliva. Si aggiungono i pelati schiacciati a mano e un mestolo di passata. Si fa cuocere lentamente per almeno un’ora e mezza, a fuoco basso, aggiungendo basilico fresco solo verso la fine. C’è chi ci aggiunge costine di maiale o polpette fritte, chi la lascia vegetariana. In ogni versione, però, il pomodoro è protagonista assoluto.
La salsa della domenica non è solo una ricetta: è un rito familiare, un modo per stare insieme, un simbolo della cucina del Sud. Ed è proprio nei piccoli gesti – come pelare un pomodoro a mano o lasciar cuocere lentamente il sugo – che ritroviamo il valore della lentezza e dell’autenticità.
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Melanzane alla parmigiana
Piatto simbolo del Meridione, la parmigiana di melanzane è un inno alla cucina casalinga, quella fatta di pochi ingredienti semplici, ma scelti con cura. Non esiste una “versione ufficiale” della parmigiana: ogni famiglia ha la sua, ognuna gelosamente custodita come un tesoro. Ma su una cosa sono tutti d’accordo: la salsa di pomodoro deve essere profumata, vellutata e saporita, e per ottenerla servono pelati eccellenti.
I pelati Paolo Petrilli, grazie alla loro dolcezza naturale e alla lavorazione artigianale, sono perfetti per questa preparazione. Vengono pelati a mano, senza forzature meccaniche, mantenendo la polpa compatta e il gusto pieno del pomodoro maturato al sole. Questo li rende ideali per creare una salsa che avvolge ogni strato di melanzane senza sovrastarne il gusto.
Per preparare la parmigiana tradizionale, si parte dalle melanzane lunghe, tagliate a fette e lasciate spurgare con un po’ di sale. Vanno poi fritte in olio extravergine, come si faceva una volta. La salsa si prepara a parte, soffriggendo uno spicchio d’aglio in olio, aggiungendo i pelati spezzettati a mano e lasciandoli cuocere piano con un pizzico di sale e qualche foglia di basilico. Nulla di più.
Si procede a strati: melanzane, salsa, mozzarella, parmigiano grattugiato, e così via, fino a esaurimento degli ingredienti. La cottura in forno rende il tutto ancora più armonico, fondendo i sapori in un equilibrio perfetto tra acidità, dolcezza, untuosità e struttura.
La parmigiana fatta con i pelati Paolo Petrilli non ha bisogno di correzioni: il pomodoro è così ricco e naturale che regge da solo la scena. È il piatto della domenica, dei pranzi lunghi in famiglia, delle tradizioni che non passano mai di moda.
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Orecchiette con sugo e cacioricotta
Quando si parla di Puglia, il primo piatto che viene in mente – ancor prima delle celebri orecchiette con le cime di rapa – è senza dubbio quello con sugo di pomodoro fresco e cacioricotta grattugiato. È una ricetta umile, contadina, ma profondamente radicata nella cultura gastronomica del Sud. Un piatto che si basa su pochissimi ingredienti, ma che richiede che siano tutti perfetti. E al centro, come sempre, c’è lui: il pomodoro.
Con i pelati Paolo Petrilli, pelati a mano e provenienti da varietà autoctone coltivate in agricoltura biologica, il risultato è straordinario. I pelati, leggermente schiacciati a mano per mantenere la polpa, vengono cucinati in un fondo d’olio extravergine e aglio, con l’aggiunta di qualche foglia di basilico fresco. Il sugo deve sobbollire piano, lentamente, per sprigionare tutto il profumo del pomodoro e restituire un sapore d’altri tempi.
Le orecchiette – meglio se fatte in casa o artigianali – vanno cotte al dente e condite generosamente con il sugo caldo. Ma il vero tocco finale, quello che trasforma questo piatto da semplice a sublime, è la spolverata abbondante di cacioricotta pugliese: un formaggio stagionato, salato, dal gusto deciso e dalla consistenza perfetta per sciogliersi leggermente al contatto con il sugo caldo.
Il contrasto tra la dolcezza del pomodoro e la sapidità del formaggio crea un’armonia perfetta di sapori, che racconta la cucina della terra, quella fatta con quello che si ha, ma sempre con amore e rispetto per la materia prima. È un piatto che parla di estate, orti assolati e pranzi all’aperto, che scalda il cuore anche nei mesi freddi.
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Ziti al forno con polpettine e basilico
I ziti al forno con polpettine sono molto più di un primo piatto: sono una celebrazione. Prepararli significa prendersi del tempo, curare ogni passaggio, riunire la famiglia attorno a un piatto ricco, saporito e profumato. È una ricetta che affonda le sue radici nella tradizione napoletana, ma è amata in tutta Italia per la sua generosità. E come ogni grande piatto del Sud, ha bisogno di un grande pomodoro.
I pelati Paolo Petrilli sono perfetti per questa ricetta: dolci, densi, con una polpa soda che regge benissimo la cottura lenta. Il loro sapore autentico non ha bisogno di correzioni: bastano un soffritto di cipolla, un filo d’olio extravergine e qualche foglia di basilico per creare una salsa intensa, vellutata e profumata, che sarà il cuore del piatto.
La preparazione richiede pazienza, ma ne vale la pena. Si parte con la salsa, che deve cuocere piano, per almeno un’ora. Nel frattempo si preparano le polpettine mignon, con carne macinata, pane raffermo, formaggio grattugiato, prezzemolo e uovo. Le si frigge velocemente per ottenere una crosticina dorata, e poi si tuffano nel sugo di pomodoro per insaporirsi.
I ziti, spezzati a mano come da tradizione, vengono lessati a metà cottura, conditi con parte della salsa, qualche cucchiaiata di parmigiano o pecorino, e poi disposti a strati in una teglia con le polpettine, altra salsa e mozzarella a cubetti. Si completa con una spolverata di formaggio e un giro d’olio, e poi via in forno a gratinare.
Il risultato? Un piatto che profuma di festa, di nonne, di cucina piena di voci e di storie. E con i pelati Paolo Petrilli, ogni forchettata diventa un viaggio nel tempo.
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Pane e pomodoro, versione pugliese
A volte, la perfezione sta nella semplicità. Pane e pomodoro non è solo un piatto, è un gesto quotidiano, una merenda d’infanzia, una pausa estiva all’ombra degli ulivi. In Puglia, questa ricetta si trasforma in un rito conviviale, in cui ogni ingrediente ha un ruolo preciso e sacro. E al centro di tutto, c’è sempre lui: il pomodoro, crudo o cotto, ma sempre vero.
La versione pugliese di pane e pomodoro è tanto semplice quanto geniale. Si parte da una frisella di grano duro, tipicamente integrale, oppure da una fetta di pane casereccio raffermo. La si bagna leggermente con acqua – quel tanto che basta per ammorbidirla – e poi si condisce con pomodori pelati o passati di qualità, un filo d’olio extravergine d’oliva e, naturalmente, un pizzico di sale. Qualcuno aggiunge origano, altri basilico fresco. C’è chi sfrega uno spicchio d’aglio sulla crosta, chi ci grattugia un po’ di cacioricotta. Ma il cuore del piatto è sempre lui: il pomodoro.
I pelati Paolo Petrilli, con la loro dolcezza naturale e la consistenza vellutata, si prestano perfettamente a questo utilizzo. Possono essere schiacciati a mano direttamente sulla frisella, oppure utilizzati come base per una passata a crudo profumata al basilico. Grazie alla lavorazione artigianale e alla coltivazione biologica, conservano tutto il sapore della pianta, del sole e della terra da cui provengono.
Il risultato è un piatto nutriente, digeribile, fresco ed equilibrato, perfetto per l’estate, ma che sa portare calore anche nei mesi più freddi. È una ricetta povera solo nell’apparenza: in realtà è ricca di gusto, storia e valori, e ci insegna che, con pochi ingredienti autentici, si può fare grande cucina.
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Il Sud nel piatto, ogni giorno.
Le ricette del Sud Italia non sono solo cucina: sono memoria, identità e condivisione. E quando vengono preparate con ingredienti veri, coltivati e trasformati con rispetto, il risultato va oltre il gusto. È un’esperienza che scalda il cuore, che ci riconnette con le nostre radici, che ci fa sentire parte di qualcosa di più grande. I pelati Paolo Petrilli, pelati a mano e lavorati artigianalmente da varietà autoctone coltivate in biologico, sono l’anima di questi piatti. Non solo li completano: li rendono autentici.
Che tu stia cucinando una parmigiana per la tua famiglia, un piatto di orecchiette per gli amici o semplicemente preparando una frisella al volo in una sera d’estate, scegliere il pomodoro giusto fa tutta la differenza. Non è una questione di marca, ma di filosofia: quella del fare le cose bene, con lentezza, passione e rispetto.
Portare a tavola i nostri pelati significa scegliere una cucina vera, fatta di stagionalità, sapori intensi e tradizioni che non si perdono. Una cucina che si può toccare, annusare, raccontare. E soprattutto, gustare.
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